
... Come sarebbe bello, se potessimo vivere nelle favole …
Maurizio De Giovanni



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PARLIAMO DI FAVOLE

Nelle pagine:
ne troverete tante, bellissime, tutte da leggere!


Parliamo di favole, vogliamo considerarle semplici passatempi di lettura?
Sono molto di più!
Il termine «favola» deriva dal latino “fabula“, che significa raccontare.
Si trovano tracce nell’antico Egitto, in India e in Oriente, per arrivare poi nel periodo romano e greco.
Da intendersi come forma d’intrattenimento, le favole servivano per raccontare vicende totalmente inventate, prettamente mitologiche. Si trattava di antiche leggende che venivano narrate ad un pubblico variegato. Di ceto alto inizialmente, per diventare poi di uso comune anche tra il popolo.
CHI LE NARRAVA?
Uno dei più famosi scrittori del genere fu Esopo. Schiavo di origine frigia, visse nell’antica Grecia nel VI secolo a.C. e divenne uno dei più famosi autori del mondo occidentale.
Le sue favole costituiscono ancora oggi il modello del genere letterario.
Anche Fedro vissuto nel I secolo d.C., era stato uno schiavo. Nato in Tracia e condotto prigioniero a Roma, ne scrisse moltissime, molte delle quali andarono perdute.
Le favole di Fedro ripresero il modello di quelle di Esopo, ma con un diverso contenuto. Fedro non era come Esopo, il favolista di un mondo contadino, ma di uno stato evoluto dominato dall’avidità e la sopraffazione. Nelle sue narrazioni pessimiste, il prepotente trionfava sempre sul debole, il quale era invitato alla rassegnazione o, nella migliore delle ipotesi, a cercare un compromesso accettabile nei rapporti con il potere.
Nel Medioevo il genere della favola ebbe molto successo. La favola medievale però, altro non era che una trascrizione di quelle scritte da Esopo, il cui nome era peraltro sconosciuto. Stessa sorte per Fedro, le cui opere molto conosciute, erano attribuite tuttavia a un autore latino di nome Romolo.
LE FAVOLE NEI TEMPI MODERNI
Come genere letterario si sparse in tutta Europa, e fiorirono storie che rispecchiavano i valori delle diverse società.
Nel XX secolo si ebbe un ritorno alle favole tradizionali con autori che pubblicarono raccolte di Esopo, ed altri che si distinsero per la loro originalità.
Come non menzionare Trilussa, autore in dialetto romano, o Vittorio Butera, autore in dialetto calabrese.
Italo Calvino, Sciascia, Kipling, Orwell con la sua Fattoria degli animali, furono solo alcuni che si cimentarono con il genere letterario favolesco.
Ai nostri tempi, la favola sembra resistere all’alternarsi delle generazioni, restando in auge come opera moderna. Quasi tutti gli autori contemporanei sembrano non resistere al fascino della narrazione voluta per un pubblico infantile, ma che coinvolge e attira anche gli adulti.
CARATTERISTICHE DELLE FAVOLE
I protagonisti dei racconti sono animali, piante oppure oggetti inanimati, che pur conservando le loro caratteristiche, vengono umanizzati per rappresentare, e impersonare, vizi e virtù proprie degli esseri umani.
Il lieto fine non sempre è garantito, a volte la conclusione si rivela un vero e proprio disastro, ma tutto ciò è utile per la lezione morale che contengono.
Le favole servono ai bambini per far apprendere loro nozioni comportamentali che torneranno utili nella vita.
Ancora una volta un modo per imparare qualcosa, divertendosi.


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