L’albero di ciliegio

testo di Giovanna Mangone

Giovanna Mangone

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illustrazione di Liana Cagliarelli

In un antico giardino popolato da fiori e piante risiedeva immobile e silente un bellissimo albero di ciliegio dal fusto molto alto.
L’inverno era alle porte, un vento umido e freddo soffiava tra le cime dell’albero oramai spoglio e vuoto e due timide foglioline dal manto giallo, giacevano pendenti sull’estremità dei secchi rami.

La prima fogliolina disse:<< Siamo rimasti soli qui su questo albero, anche stanotte molte delle nostre sorelle se ne sono andate via >>.

La seconda fogliolina rispose:<< Non avere paura, si sa che prima o poi dobbiamo seguire il nostro destino>>.

<< Ma prima di staccarmi dall’albero avrei un desiderio da esprimere >>gemette la prima fogliolina.

<< Vorrei che tutte le mie sorelle ritornassero a darmi l’ultimo saluto >>.
L’albero di ciliegio ascoltò le parole tristi e meste delle povere foglioline e commosso ribadì: << Esprimi un desiderio e lo vedrai realizzato >>.

Le due foglioline, contente, sussurrarono in rima: << Desidero, desidero…che il gelido inverno che sta per arrivare ceda il posto alla sospirata e dolce primavera >>.

E così fu; di colpo come per magia la natura si risvegliò, la terra nuda e stanca rifiorì, il sole brillò con tutto il
suo splendore per donare calore e gioia, un venticello tiepido soffiò leggero e portò il profumo tra i rami
dell’albero, e gli uccelli tornarono a cantare melodiose armonie solcando il cielo con allegri giochi.
<< Che spettacolo meraviglioso >> dissero le due foglioline. << I raggi del sole stanno di nuovo riscaldando i nostri cuori >>.

L’albero contento rispose:<< Ho in serbo per voi un ultimo desiderio da esaudire >>.

La prima fogliolina disse: << Desidero, desidero… che tutte le mie care sorelle ritornino a rivestire i rami spogli di questo albero e che siano le foglie più belle, brillanti e vigorose di tutto il giardino e che diano fiori e frutti di ciliegio rossi come coralli >>.

E così fu; all’improvviso l’albero di ciliegio si ricopri di rigogliose foglioline verdi ergendo la sua folta chioma nell’azzurro del cielo e piccoli fiori colorati si schiusero per dar vita a nuovi frutti di ciliegio. Tutto il giardino era oramai sommerso di profumi misti e di colori.

Anche le due foglioline contente danzavano spensierate insieme alle loro sorelle, accarezzate dal vento tiepido di primavera, e con gioia dissero in coro:<< Grazie padre, ci hai donato la vita >>.

<< Figli miei >> rispose l’albero di ciliegio << Dovete imparare che non può essere sempre primavera, il buon Dio ha creato le stagioni, c’è l’inverno con il freddo e il gelo, la primavera con il risveglio e l’allegria, l’estate con il caldo e il suo raccolto, l’autunno con la malinconia e la pioggia. Questa giostra gira, gira senza mai fermarsi, è il ciclo della natura, non dimenticatelo mai >>.

Le due timide foglioline ascoltarono con veemenza le sagge parole dell’albero di ciliegio e con giudizio risposero:<< Siamo state due egoiste padre, è vero che ognuno di noi deve seguire il proprio destino >>.

Di colpo si alzò un fortissimo vento di tramontana che spazzò con furia impetuosa tutte le foglioline e i frutti rossi dell’albero di ciliegio. L’atmosfera ritornò silente e triste, il giardino si spogliò di tutto il suo verde manto
e le foglie oramai secche e gialle, staccandosi una a una dai rami inariditi, volteggiarono nell’aria come piccole farfalle formando a terra un fitto tappeto variopinto che scricchiolava al suon di vento.

Anche le due foglioline, lasciate per ultime con i loro vestiti color avorio, porsero l’ultimo accorato saluto alle loro sorelle e se ne andarono via trasportate dal brusio del vento per andare incontro al loro destino.

L’albero di ciliegio, oramai stecchito e irto, dovette aspettare con pazienza e trepidazione l’arrivo della colorata primavera e disse:<< Ci vediamo presto, figlie mie, per adesso mi riposerò un po’, sono troppo stanco >>.
L’inverno era giunto con il freddo e la neve e il povero albero di ciliegio giaceva inerme in un dolce sonno
profondo tra il candore dei fiocchi cristallini di neve,
sognando tra i rami aridi il fiorir della magica primavera.


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