C’era una volta un piccolo mostriciattolo chiamato Grottolo, che viveva ai margini di un grazioso villaggio chiamato Belborgo.
Grottolo non era cattivo, ma aveva un aspetto spaventoso: occhi grandi e luminosi, denti affilati come coltelli e una voce roca che faceva tremare chiunque lo sentisse. Ogni volta che Grottolo passeggiava vicino al villaggio, gli abitanti scappavano e si chiudevano in casa, gridando: “Il mostro è arrivato! Scappiamo via!”
Grottolo si sentiva molto solo. Non voleva spaventare nessuno; voleva solo fare amicizia. Così passava le sue giornate nel bosco, costruendo castelli di pietre e parlando agli uccellini.
Un giorno, un’oscura nube si levò sopra Belborgo, portando con sé un terribile drago sputafuoco chiamato Bruciaboschi. Il drago era enorme e minacciava di distruggere le case e i raccolti del villaggio. Gli abitanti, impauriti, non sapevano cosa fare. “Chi ci salverà?” gridavano disperati.
Grottolo sentì le grida e il fragore del drago e decise di intervenire. Con il cuore che batteva forte per l’emozione, si avvicinò al villaggio e gridò con la sua voce roca: “Io posso aiutare!”
Gli abitanti, spaventati, inizialmente non gli credettero. Ma quando videro Grottolo correre coraggiosamente verso il drago, capirono che forse avevano sbagliato a giudicarlo.
Grottolo, con la sua astuzia e il suo coraggio, costruì una trappola utilizzando le pietre del bosco e attirò il drago in un burrone profondo. Bruciaboschi, intrappolato, non poté più fare del male al villaggio e volò via, promettendo di non tornare mai più.
Gli abitanti di Belborgo esplosero in un applauso e corsero ad abbracciare Grottolo. “Ci hai salvati! Sei il nostro eroe!” gli dissero.
Da quel giorno, Grottolo non fu più scansato. Gli abitanti del villaggio lo invitarono a vivere con loro e scoprirono che, dietro al suo aspetto spaventoso, c’era un cuore grande e gentile.
