La cicala e la formica

Esopo

C’era una volta in un’estate molto calda, una cicala a cui piaceva cantare tutto il giorno.

Sotto il ramo dell’albero dove stava sdraiata comoda, passava avanti e indietro una formica, tutta indaffarata che portava sulla schiena pezzetti di cibo, sassolini, legnetti e tante altre cosine.
La cicala, vedendo quanto era sudata la formica, iniziò a prenderla in giro:
“Vieni quassù con me, signora formica. Fa più fresco e, mentre ti riposi, cantiamo insieme qualche canzone. ” E così dicendo, iniziò a cantare.

“Grazie per l’invito, signora cicala, ma devo mettere via provviste per l’inverno e sistemare la mia casetta per proteggermi dal freddo, quando arriverà.” Rispose la formica continuando ad andare avanti e indietro per il prato.
“Ma l’estate è ancora lunga e l’inverno lontano. Non preoccuparti adesso, ci sarà tempo più avanti per mettere via le provviste!”

La formica scosse un po’ la testa e continuò imperterrita il suo lavoro, senza più badare alla cicala.
Dal canto suo invece, la cicala riprese a cantare un’altra canzone.

Ma i giorni passarono veloci, così come i mesi, e puntuale arrivò l’inverno, col suo freddo e col suo ghiaccio.
La cicala si ritrovò a vagare per i campi arrabattandosi come poteva, recuperando qua e là qualcosa da mangiare e riparandosi dal freddo dove capitava.

Vagando vagando, una sera in cui il buio era sceso molto presto, intravide una piccola casetta con la finestrella illuminata. La cicala aveva tanta fame e tanto freddo, così bussò alla porta.
Aprì la formica.

Quella era la casetta costruita con fatica durante tutta l’estate, e dall’interno, si sentiva arrivare un bel calduccio e un buon odorino di cibo.

“Buonasera signora cicala, cosa ti porta qui da me?”
“Buonasera signora formica, ho freddo e fame e non ho un tetto dove dormire.” Rispose tutta infreddolita la cicala.

La formica la guardò con compassione.
“Signora cicala, ricordo bene le calde giornate d’estate in cui, mentre io faticavo per metter via provviste e costruirmi una casa, tu, beata sul tuo ramo al fresco e all’ombra, cantavi cantavi e cantavi.”

La cicala abbassò gli occhi e non rispose.

“Facciamo così: entra, per questa volta ti aiuterò e ti darò da mangiare e un letto per dormire. Tu però prometti, che la prossima estate mi aiuterai a far provviste.”

La cicala, imparata la lezione, promise che avrebbe fatto la brava e ringraziò di cuore la formica per l’aiuto.

Morale: chi non fa nulla, non otterrà nulla, per questo, per ottenere qualunque cosa, bisogna impegnarsi.

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