C’era una volta, in un piccolo villaggio ai margini di un’antica foresta, un contadino chiamato Ravanello.
Egli era conosciuto per i suoi rigogliosi orti e per i prodotti freschi che coltivava con amore e dedizione. Tutti i villaggi vicini venivano a comprare le sue verdure e i frutti, ma c’era qualcuno che aveva un interesse particolare per i suoi prodotti: la strega Malefatta.
Malefatta viveva in cima alla montagna isolata, nel versante scosceso, dentro una casupola tra i rovi, ed era temuta da tutti perché usava pozioni magiche e incantesimi di ogni sorta.
Ogni notte, quando il contadino dormiva profondamente, la strega volava sul suo manico di scopa, e con un incantesimo rubava tutto ciò che trovava nei campi. II frutti e gli ortaggi scomparivano avvolti da un fluido magico che li trasportava, ridotti in polvere, dentro ampolle nella dispensa della strega.
Ravanello era disperato, vedeva i suoi orti svuotarsi e non sapeva cosa fare.
Una notte decise allora di stare sveglio, per affrontare la strega.
Verso mezzanotte, vide Malefatta atterrare nel suo campo e iniziare a raccogliere le sue preziose verdure.
“Perché rubi i miei prodotti?” gridò Ravanello.
La strega rise e rispose: “Ho bisogno di questi ingredienti per le mie pozioni magiche! Nessuno mi può fermare!”
Ravanello però era un uomo coraggioso e rispose: “Se non la smetti, troverò il modo!”
La strega, sicura della sua superiorità, rispose: “Provaci contadino, ma non ci riuscirai mai!”
Così Ravanello iniziò a cercare una soluzione per trovare un modo di fermarla. Chiese alle vecchie comari, agli uomini di chiesa, ai soldati del re, ma senza alcun risultato.
Un giorno passò da quelle parti un mago pellegrino, intento a raggiungere l’oriente. Alla curiosa richiesta del contadino ripose:
“Non posso interferire con gli incantesimi altrui, ma una cosa posso dire:
… che la strega si guardi intorno,
attenta attenta al colpo di ritorno.
Se la magia lei usa male,
di riflesso, indietro a lei può ritornare!”
Poi aggiunse:
“Se sei stato ad ascoltarmi avrai capito che non ho detto nulla, ma se mi hai capito, avrai compreso la mia risposta.”
Poi se ne andò.
Ci volle un po’ al povero Ravanello per comprendere le parole del mago, ma poi, finalmente capì.
La notte seguente, Ravanello si nascose tra le piante e quando Malefatta arrivò, usò uno specchio per riflettere l’incantesimo della strega contro di lei.
Malefatta fu colpita dal suo stesso flusso magico e sparì.
Ravanello finalmente libero dalla minaccia della strega, continuò a coltivare i suoi orti e a vendere i suoi prodotti ai villaggi vicini, vivendo felice e contento.
In cima alla montagna isolata, nel versante scosceso, dentro la casupola tra i rovi della strega, ancora oggi si ode ogni tanto, una vocina flebile provenire dalla dispensa:
“Tiratemi fuori di qui! C’è nessuno?”
“Che qualcuno venga a tirarmi fuori di qui!!”
Ma nessuno oserà mai avventurarsi in quel luogo!
