C’era una volta, in un piccolo villaggio ai margini di una foresta, un vecchio falegname di nome Peppetto, che viveva tutto solo in un umile casetta. La solitudine lo aveva accompagnato per tanti anni, dopo che una brutta malattia gli aveva dolorosamente strappato la moglie e il figlioletto.
Un giorno nell’intento di ripulire la legnaia, trovò un grosso pezzo di legno ed ebbe un’ ispirazione: scava scava, scolpisci scolpisci, ne ricavò un burattino.
Pino lo chiamò, dal tipo di legno che aveva intagliato.
Aveva così un nuovo compagno di vita, per allietare i suoi giorni. Ma non bastava.
Arrivò al villaggio uno strano carrozzone con personaggi misteriosi, che allestirono un piccolo spettacolo in cambio di qualche moneta. Tra loro uno stregone sembrava fare mirabolanti magie.
Peppetto incantato dallo spettacolo, chiese poi allo stregone di dare vita al suo burattino.
Lo stregone lo accontentò ma pretese in cambio un pegno, il falegname da quel momento sarebbe stato in debito con lui.
Passarono i giorni e Peppetto si rese conto che l’incantesimo non aveva avuto l’esito che sperava, il burattino aveva vita, ma era troppo vivace, disobbediente e prepotente. Spesso si ritrovava di notte nel suo letto a piangere pentito del patto fatto con il mago.
Pino lo sentiva, ma non gliene importava niente.
Un giorno, però, Peppetto scomparve misteriosamente.
Dapprima per Pino fu una gioia, e per alcuni giorni diede sfogo a tutta la sua stupidità. Fece tutto quello che voleva, mise a soqquadro l’umile casetta, gettò via gli attrezzi da falegname, fece dispetti a tutti gli abitanti del villaggio.
Passarono i giorni e Pino infine cominciò a sentirsi solo, e con molta sorpresa, si rese conto di sentire la mancanza del vecchio falegname.
Una notte gli apparve una deliziosa fatina, Luminella, che gli fece rivedere il suo brutto comportamento e il sacrificio fatto da Peppetto per dargli la vita.
Pino finalmente si rese conto dei suoi sbagli, e determinato a ritrovare il suo amato padre, decise di partire alla ricerca.
Con il cuore pieno di speranza e coraggio, attraversò foreste oscure, scalò montagne alte e navigò mari tempestosi. Durante il suo viaggio, incontrò un gufo di nome Ciuffetto, e un coraggioso topolino di nome Baffolungo.
Ogni incontro fu per Pino una lezione preziosa.
Ciuffetto gli insegnò l’importanza della saggezza e della pazienza, mentre Baffolungo gli dimostrò il valore del coraggio e della lealtà.
Dopo molte peripezie, Pino arrivò finalmente in un’antica città nascosta tra le montagne. Qui scoprì che Peppetto era stato imprigionato dal malvagio stregone che voleva usare le abilità del falegname per i suoi scopi oscuri.
Con l’aiuto dei suoi amici, il burattino riuscì a sconfiggere lo stregone e a liberare Peppetto.
I due si abbracciarono con gioia e tornarono al loro villaggio, promettendosi di non separarsi mai più.
Una notte la fata Luminella tornò dal burattino, e per premiarlo per le sue azioni, lo trasformò in un bambino vero.
Pino e Peppetto vissero felici e contenti, circondati dall’amore e dall’amicizia di tutti coloro che avevano incontrato lungo il cammino.
E così, la storia di Pino e Peppetto divenne una leggenda, ricordata da tutti come un esempio di amore, coraggio e perseveranza.