Flik e gli stivali magici

C’era una volta, in una foresta incantata, un piccolo folletto di nome Flik.

Aveva una particolarità, indossava stivali magici, che gli permettevano di camminare per il mondo senza fatica. Con quelgli stivali, Flik aveva esplorato montagne alte, deserti infiniti e città affollate.

Ogni sera poi, tornava nella foresta per raccontare ai suoi amici le avventure del giorno.

Infine tornava nella sua casetta tra le radici di una grossa pianta, toglieva gli stivali e si metteva a dormire.

Un brutto mattino però, accadde qualcosa di terribile: Al momento di calzare gli stivali fatati, il folletto si accorse che erano stati rubati!

Che brutto guaio! Senza quegli stivali Flik non sapeva neanche camminare. Come avrebbe fatto a correre fuori dalla sua casetta e chiedere aiuto?

Doveva inventarsi qualcosa!

Iniziò a fare piccoli passi, traballando e cadendo spesso, ma senza alcun risultato.

Tirò avanti così per tutto il giorno, alla fine si arrese alla stanchezza, e si addormentò sul pavimento. La sua condizione lo costrinse a casa per alcuni giorni finché le creature del bosco, preoccupate per la sua assenza, iniziarono a cercarlo.

Naturalmente la casa fu il primo posto dove andarono a cercarlo, e dopo averlo trovato disteso sul pavimento, la signora Civetta, messere Coniglio e compare Castoro, corsero per dargli conforto.

In breve vennero informati dell’accaduto, e dopo accese discussioni, si accordarono tutti su un fatto: Il folletto doveva imparare a camminare.

“Così non avrai bisogno di stivali magici!” concluse messere Coniglio, e tutti insieme iniziarono le lezioni per Flik.

La signora Civetta insegnò l’equilibrio, messere Coniglio la postura e compare Castoro la tenacia.

Ma le lezioni per il piccolo folletto non furono affatto facili e molte volte fu tentato di arrendersi.

Ma gli amici non mollarono.

Dopo alcuni giorni e numerosi tentativi, Flik imparò finalmente a camminare da solo.

Con il cuore pieno di speranza, iniziò subito la ricerca degli stivali rubati. Ne seguì le tracce attraverso foreste fitte, fiumi scintillanti e campi fioriti. Conobbe tanti personaggi e visse mille avventure.

Alla fine, mentre si riposava lungo il bordo di un ruscello riflettè sul motivo che lo aveva spinto a una così affannosa ricerca.

“Gli stivali fatati mi permettevano di viaggiare e conoscere il mondo, ma adesso lo sto facendo con le mie gambe.” pensò.

“Sono stati i miei piedi a camminare, da soli, senza l’aiuto di alcuna magia!” concluse.

“Posso farcela anche da solo. Non mi servono più gli stivali!!” esultò. E così facendo lanciò in aria il cappello in segno di felicità.

Tornò sui suoi passi e ben presto si ritrovò nella sua foresta, dove i suoi amici lo stavano aspettando.

“Qui sono felice, e non ho bisogno di artefatti magici.” raccontò, e da quel giorno il folletto Flik ed i suoi amici vissero giocando, correndo e saltando su e giù per la loro bellissima foresta.

Degli stivali magici non si seppe più nulla, nè mai si scoprì chi fosse stato a rubarli.

Corre voce però che un gattaccio furbacchione fosse stato visto indossare certi stivali che qualcuno riteneva fatati…

ma questa è un’altra storia!

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