La Fatina dei denti era solita volare nelle case dei bambini per raccogliere i loro dentini caduti, in cambio, lasciava piccoli doni sotto i cuscini. Ogni volta che un dentino cadeva, un piccolo campanello che solo lei poteva udire, la avvertiva, e lei partiva.
Una notte però, giunta sul posto, non trovò nulla sotto il cuscino.
“Com’è possibile?!! ” esclamò sorpresa.
“In tanti secoli di onorato lavoro non era mai capitato.” riflettè mentre volava via silenziosamente.
Il campanello suonò ancora, e la Fata si ritrovò nuovamente a mani vuote.
“Ancora?” reclamò sorpresa.
E poi ancora, ancora, e ancora.
Dopo l’ennesimo viaggio a vuoto la Fata perse la pazienza. Si nascose nella camera di un bimbo che aveva un dentino traballante, e attese. Quando il dente venne riposto sotto il cuscino, la Fata si allertò. Improvvisamente dal buio comparve un folletto che velocemente rubò il dente poi sparì.
La Fatina lo seguì per tutta la città, e per tutta la campagna, finchè il ladruncolo s’infilò in un bosco molto fitto.
Nonostante i suoi poteri, la Fatina faticò molto a ritrovare le tracce del fuggitivo, finché, quasi ormai all’alba, si ritrovò davanti a una piccola tana, scavata tra le radici di un grosso albero.
Là dentro trovò un piccolo folletto circondato da tanti dentini luccicanti.
“Perché rubi i denti dei bambini?” chiese con fermezza.
Il ladro sorpreso con le mani nel sacco, abbassò la testa e rispose: “Ti osservo da tanto tempo e vedo con quanta gioia i bambini accolgono la tua presenza. Ho provato a farmi vedere anch’io alcune volte, ma i bimbi si spaventano e mi scacciano urlando. Pensavo che se avessi preso io i loro dentini avrebbero accettato anche me. ” confessò tristemente. “Non ho mai avuto amici né un sorriso da parte di nessuno. Volevo solo essere un pochino felice.”
La Fatina si commosse e decise di aiutarlo.
I dentini rubati vennero usati per aiutare tutte le creature del bosco che ne avessero bisogno. Vennero dati a mamma Coniglio per tappare alcuni buchi della sua tana, a compare Castoro per rafforzare la sua diga, alla signora Volpe per far giocare i propri cuccioli. E tutti furono grati al piccolo folletto.
“Ogni volta che qualcuno ne avrà bisogno, fammelo sapere.” bisbigliò la Fata al folletto. “E ti porterò qualche dente.” Aggiunse facendo l’occhiolino.
Il folletto era raggiante. “Come hai fatto a sapere che questo mi avrebbe reso felice?”
“La felicità non si trova rubando,” rispose la Fata, “Ma attraverso gesti d’amore e d’amicizia.”
Poi la Fatina volò via e il folletto la salutò mentre una lacrimuccia scese sul suo viso.
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