C’era una volta un grande castello arroccato sopra una rupe circondata da boschi. Gli abitanti dei villaggi limitrofi, ne stavano alla larga perché sapevano che il castello era abitato da un vecchio fantasma.
Circolavano leggende terribili su quel luogo. Si raccontava che il fantasma si aggirasse di notte nelle stanze del castello alla ricerca di bambini da mangiare, e che se non li trovava, scendesse persino tra le case dei villaggi e rapisse tutti i bimbi che facevano i cattivi.
Inutile dire che ne fossero tutti spaventati, e in particolar modo i bambini, per giusti motivi.
Un giorno due bimbi particolarmente coraggiosi decisero di entrare nel castello e dare un’occhiata.
Attraversarono i boschi senza alcuna difficoltà ed arrivarono nel cortile del vecchio maniero quando ormai il sole stava tramontando.
Facendosi coraggio a vicenda aprirono il vecchio maestoso portone, ed entrarono in punta di piedi.
Nella grande sala echeggiò solamente il cigolio sinistro dei cardini ormai arrugginiti, poi niente.
Silenzio assoluto.
I bambini iniziarono la perlustrazione con tutti i sensi all’erta. Attenti a tutto quello che trovavano intorno, e sussultando ogni volta che un sibilo del vento filtrava dalle finestre con i vetri rotti.
Il castello per quanto spaventoso aveva qualcosa di affascinante. Le stanze piene di ragnatele contenevano mobili e oggetti davvero strabilianti, e incantati da quello che vedevano, i bimbi persero la paura.
Tocca tocca, guarda guarda, la curiosità prese il sopravvento, e golosi di altre scoperte, i due si separarono.
Uno di loro ansioso di esplorare i piani alti, salì velocemente una scala. La struttura però tarlata da tempo, cedette dopo pochi scalini, ed il bimbo precipitò nel sottoscala.
Un urlo riempì le ampie stanze, poi più nulla.
L’altro bimbo spaventato e preoccupato corse in aiuto dell’amico e trovò il compagno a galleggiare a mezz’aria.
“Ma che succede?” chiese, “Che stai facendo?”
L’altro si scosse per capire meglio cosa fosse accaduto, e in quel momento si rese conto di essere in braccio a qualcuno.
Il fantasma si materializzò, “Ciao.” fu l’unica cosa che riuscì a dire, poi con un urlo stratosferico il bimbo schizzò fuori dal castello inseguito a razzo dal compare.
Il fantasma deluso dalla fuga frettolosa dei due, rimase a guardarli mentre sparivano velocemente nel bosco.
“Peccato!” sospirò, “Speravo tanto in un po’ di compagnia.”
Tornò la notte e due visetti curiosi spuntarono in mezzo ai cespugli del giardino.
Piano piano i due bimbi rientrarono nel castello.
“Chi sei?” chiese una vocetta curiosa.
“Sei cattivo?” chiese l’altra.
“Io no…” rispose il fantasma spuntando da un mobile. Man mano si ricompose e si avvicinò con cautela ai bimbi che sospettosi si ritrassero un pochino.
Raccontò la sua storia e in breve i due bimbi si trovarono a loro agio. Capirono che non cercava bambini per mangiarli, ma per giocarci insieme. Il fantasma non era più il mostro spaventoso che descrivevano gli adulti, ma un simpatico amico che si sentiva tanto solo.
Ben presto la storia fece il giro dei paesi limitrofi e il fantasma ne divenne la mascotte.
E così da allora, ogni notte il fantasma se ne uscì dal castello e andò a trovare qualcuno per passare un pò di tempo in compagnia.
E tutti vissero felici e contenti!
C’è una morale, mai giudicare dall’apparenza!
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