Alice e il Regno degli Scacchi

Una notte, mentre Alice stava dormendo nel suo letto, un’ombra entrò furtiva nella sua stanza.

Una lunga ombra con due buffe orecchie.

“Presto ch’è tardi. ” Mormorava tra sé, “Presto ch’è tardi!”

E saltellando in qua e là in maniera disordinata, fece cadere una lampada, ed Alice si svegliò.

Passata la sorpresa iniziale e la gioia nel rivedere un vecchio amico, la ragazza abbracciò felice Bianconiglio, e venne a sapere che un altro caro amico conosciuto nel Paese delle Meraviglie, era forse in pericolo.

“Ne sei sicuro?” Chiese preoccupata.

“Certo, andiamo andiamo.” Incalzò lo strano personaggio. “Ti spiegherò meglio mentre corriamo via. Presto, presto!” E così facendo trascinò la ragazza attraverso un percorso che lei conosceva bene.

Il Cappellaio Matto era scomparso, e la sua assenza gettava un’ombra su tutto il regno.

Per Alice tornare nel Paese delle Meraviglie era un vero e proprio salto nel passato, erano trascorsi tanti anni dal momento in cui bambina, era entrata nella tana dell’albero, e ormai era cresciuta.

Ma il Cappellaio aveva sempre un posto particolare nel suo cuore, così come tutti gli amici che aveva conosciuto e lasciato nel Paese delle Meraviglie.

In men che non si dica si ritrovò nello stesso posto strampalato dei suoi ricordi, e cercò subito lo Stregatto, dato che il Bianconiglio non era riuscito a fornirle informazioni attendibili.

Trovò il gatto seduto sul ramo di un albero, il suo sorriso enigmatico non mostrò stupore nel rivederla.

“Buonasera gatto.” Disse Alice, “Sai dov’è il Cappellaio Matto?”

Il gatto si stiracchiò e si mise comodo.

“Ciao Alice, è un po’ che non ti vedo.” Osservò, “Perché cerchi il Cappellaio?”

La ragazza lo informò di quanto le era accaduto, e del fatto che Bianconiglio era addirittura uscito dal Paese delle Meraviglie per cercarla. Doveva essere davvero un fatto importante.

“Il Cappellaio è prigioniero nel Regno degli Scacchi.” Sentenziò il micione.

“E dov’é? E Perché?” Chiese confusa la ragazza.

Il gatto rise. ” Perché ha osato sfidare il re in una partita. Gli era giunta all’orecchio la notizia che il re volesse muovere il suo esercito per conquistare il Paese delle Meraviglie.” Spiegò.

“Il Cappellaio ha cercato di attirare la sua attenzione distraendolo dai suoi obbiettivi, e ne è rimasto prigioniero perché deve finire la partita.”

Alice lo guardò con confusione.

” Le partite nel Regno degli Scacchi durano tanti tanti anni. Lo sanno tutti. Non potrà lasciare la scacchiera finché non sarà decretato un vincitore.” Aggiunse sornione.

“Nel frattempo però invecchierà e morirà.” Continuò senza interesse.

“A meno che…” Continuò improvvisamente serio.

Alice ripensava ancora alle parole del gatto quando entrò nel Regno e si trovò al cospetto del Gran Ciambellano in men che non si dica.

Il suo incontro con il re non sarebbe avvenuto se prima non avesse superato tre prove.

Risolvere un enigma senza risposta, trovare la chiave d’argento, e convincere il re a sospendere la partita.

La ragazza risolse l’enigma, trovò la chiave e si presentò al cospetto del re.

Era costui un ometto piccolo piccolo seduto sopra un grande trono con le zampe che si muovevano, piazzato su una casella nel bel mezzo di un enorme scacchiera. Poco lontano, in mezzo ai pedoni, uno sfiancato Cappellaio sostava irrigidito come un baccalà.

“Perché dovrei sospendere?” Chiese il re.

Alice s’inginocchiò.

“Perché il Cappellaio Matto è un amico prezioso per tutti noi. Il suo spirito eccentrico e la sua gentilezza rendono il Paese delle Meraviglie un posto migliore.”

“Ma cosi mi annoierei!” Sentenziò il re. “Sarò costretto a muovere guerra.” Borbottò.

“Giocherai con me.”

Tutti rimasero sorpresi.

“Se vinco però t’impegnerai a liberare il Cappellaio e non muoverai nessuna guerra.”

L’accettazione della proposta diede inizio ad una partita molto, molto particolare.

Con lo zampino dello Stregatto e di Tempo, che intervenne per velocizzare, la partita fu presto conclusa con la vittoria della nostra Alice.

Il Cappellaio fu liberato e tutti soddisfatti. Al re vennero regalati dei pezzi speciali, animati, con cui giocò partite memorabili. Anzi, sicuramente sta ancora giocando.

Il Cappellaio tornò al suo tavolo da thé.

“Grazie Alice, sei davvero un’amica speciale!” Disse abbracciandola.

Alice se ne andò con qualche lacrimuccia.

Incontrò lo Stregatto proprio vicino all’uscita.

“Addio gatto!” Salutò.

“Arrivederci Alice. Sono convinto che ci rivedremo presto.”

“Io non ne sarei tanto sicura. Ormai sono cresciuta.”

“Basta che chiuderai gli occhi e lascerai che la tua parte infantile prenda il sopravvento.”

Disse sornione lo Stregatto.

“E allora ci rivedemo.”

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