La fiaba databile a circa 6000 anni fa sembrerebbe essere una delle più antiche – se non addirittura la più antica, ed è presente nel mondo con molteplici varianti, frutto di diverse trascrizioni e reinterpretazioni.
Il titolo originale non è noto. Quello attuale è stato coniato in un secondo momento, così come non è noto l’autore.
C’era una volta un fabbro che aveva la fucina vicino a un ruscello, al margine di un crocevia di strade, alcune verso il monte e altre verso valle.
Durante un viaggio Gesù passò davanti a quella fucina, e incantato dall’ardore del lavoro, chiese di rimettere i ferri ai dodici asinelli che portava con sé. Ne risultò un bel lavorato, preciso e pulito.
“Quanto devo pagarti?” Chiese Gesù al fabbro.
E lui, vedendolo povero, e pieno di polvere e stanchezza per il lungo viaggio, non volle niente. Un saluto e un augurio di proseguire bene il lungo cammino, concluse il loro incontro.
Ma Gesù in realtà poteva tutto, e continuò ” Chiedimi qualunque cosa di cui tu abbia bisogno e sarai esaudito!”
Il fabbro non avendo bisogno di nulla rifiutò qualsiasi offerta.
Gesù però decidendo di premiare la sua generosità, gli regalò una sedia: un’oggetto particolare in verità, sulla quale chi si sedeva era obbligato a restare seduto, se non gli fosse stato detto: Alzati e cammina!
E gli regalò anche un sacco con un foro, da cui chi fosse entrato non sarebbe più potuto uscire, a meno che non gli si fosse ordinato di farlo.
Il fabbro si mostrò molto riconoscente, e Gesù se ne andò.
Trascorsero tanti anni. Un giorno un viandante, mai visto prima, entrò dal fabbro e gli disse:
“Il tempo della tua vita è scaduto. Sono venuto a prenderti, ora verrai con me”.
Il fabbro capì che non era Gesù, ma il diavolo travestito da uomo. ” Lascia che mi prepari, compare. ” Gli rispose. “Intanto, siediti qui!”
E lo fece sedere sulla sedia portentosa. Prese poi un grosso bastone, e giù così tante botte da non vedere fine.
Poi il fabbro gli ordinò: “Alzati e cammina, va’ più lontano che puoi.” E il demonio fuggì via a gambe levate. Passarono ancora molti anni.
Lo spirito nero tornò per portare via il fabbro.
“Guardami bene! Io sono il diavolo e posso attraversare la cruna di un ago!”
Astuto, il fabbro gli rispose: “lo invece non ci credo. Vuoi scommettere ad esempio, che non riesci a uscire dall’imboccatura di un sacco?”
E dicendo questo, aprì il sacco a mò di sfida e il diavolo vi entrò. Non ne sarebbe potuto uscire.
Il fabbro riprese il bastone, e giù botte!
Botte! Botte! Botte!
Il povero diavolo ne rimase più morto che vivo.
Alla fine, su invito del fabbro il demonio riuscì ad uscire dal sacco e scappò così velocemente che i suoi piedi fecero fuoco e fiamme per quanto si mossero velocemente.
lo ero là, ho visto tutto e ho riso a crepapelle insieme con il fabbro.