Capelcenere e la strega Scordarella

Tanto tempo fa in un piccolo borgo lontano lontano, viveva un ragazzino dalla chioma grigia. Per qualche strano motivo era nato con i capelli cenerini, per cui la sua mamma lo aveva chiamato Capelcenere. Quella caratteristica aveva condizionato molto il bambino, che era stato preso in giro dai suoi coetanei sin dalla più tenera età.

Ormai adolescente e stanco della situazione, Capelcenere decise di porvi rimedio e si recò sul monte Piccoalto per chiedere aiuto alla strega Scordarella.

La fatucchiera fedele al suo nome, era una donna di pochissima memoria e per questo facile a dimenticare qualsiasi cosa. Formule magiche, ingredienti per pozioni e spesso e volentieri anche la strada di casa. Non era la classica strega cattiva, era in realtà un’anziana vispa streghetta che adorava aiutare gli altri, anche se la sua particolarità le faceva molto spesso causare danni.

Capelcenere era stato messo in guardia dalla mamma, che non vedeva nell’aiuto della strega, qualcosa di positivo. Purtroppo però il ragazzo stanco di essere oggetto di scherno, era deciso a risolvere il suo problema.

Certo vi chiederete, non sarebbe stato molto più facile usare una tintura per capelli? A quel tempo però e in quelle terre, non esisteva nulla di simile.

Capelcenere si mise in viaggio e trovò la strega Scordarella nel cortile di casa sua, intenta a preparare un minestrone.

“Buongiorno!” Esclamò il ragazzo, ma prima che la strega potesse rispondere, il minestrone esplose.

Capelcenere si ritrovò incastrato tra i rami di un albero a qualche metro dalla casa.

“Oh povera me!” Lamentò la strega, ” Eppure ero sicura che ci volesse la polvere da sparo. ” Mugugnò tra sé. ” O forse era il pepe?” Borbottò mentre spiccava il giovane dalla pianta come una mela matura. “Cosa ti porta da me ragazzo?” Chiese ripulendo il disordine.

“Avrei bisogno di una pozione per cambiare il colore dei capelli.” Rispose timoroso il giovane, “Ma non ne sono più tanto sicuro.” Aggiunse togliendo un pezzetto di sedano dalla chioma intrecciata.

“Sciocchezze!” Sorrise la strega, “Sei nel posto giusto!”

Saltellando trascinò il ragazzo in casa e cominciò a rovistare nella sua dispensa. Dopo aver buttato all’aria diverse cose, tirò fuori due boccette.

” Dunque vediamo.” Ragionò squadrando le due ampolle, “Una trasforma in pachirodonte, mentre l’altra?” Mormorò strabuzzando gli occhi in cerca d’ispirazione. ” Si certo. Dev’essere questa che trasforma i capelli in splendida chioma dorata.” Concluse convinta. “Devi berne un bel sorso domattina al sorgere del sole!”

Il ragazzo portò a casa la pozione e con qualche titubanza, la mattina al sorgere del sole ne bevve un sorso.

Toc toc.

“Chi sarà?” Si domandò qualche ora dopo la strega sentendo bussare. Aprì la porta e un enorme pachirodonte le si parò davanti. ” Per tutti i ranuncoli anneriti!” Esplose. “A meno che non sia scappato un pachirodonte da qualche dimensione, devo aver combinato un altro guaio!”

Il ragazzo le rinfrescò la memoria pregandola di porre rimedio all’accaduto.

“O si certo!” Rassicurò la strega frugugliando tra le sue cianfrusaglie. “Questa resuscita i morti … no. Questa fa volare … no!” Elencò osservando le sue boccette. “Ecco! Questa trasforma la chioma. Stesso procedimento della prima volta!” Raccomandò.

Il ragazzo sgrufugliando ( lo sgrufuglionamento era il verso del pachirodonte), tornò verso casa.

Il giorno dopo di buon mattino bevve un sorso.

Toc toc.

“Avanti!” Invitò la strega qualche ora dopo. “Per mille scope volanti!” Davanti all’uscio un pachirodonte con enorme chioma riccioluta salutò con la zampa.

Informata dei fatti la strega cercò di rimediare. Altra pozione, altro sorso di buon mattino.

Toc toc.

Qualche ora dopo, il pachirodonte riccioluto e stavolta di colore blu a pallini rosa, si presentò rassegnato.

La cosa andò avanti così per qualche giorno, finché il ragazzo stremato si arrese. “Non m’importa più dei capelli.” Si sfogò disperato, ” Ma ti prego, fammi tornare ragazzo!”

La strega in verità non sapeva più come rimediare, e Capelcenere sembrava destinato a rimanere un pachirodonte dalle mille caratteristiche.

Passò da quelle parti per caso, Baffolungo, un grandissimo stregone che amava molto viaggiare. Era usanza che streghe e stregoni si offrissero ospitalità a vicenda quando necessario, e Baffolungo decise di fermarsi da Scordarella.

Mai avvenimento fu così gradito!

Lo stregone messo al correte dei fatti, pose subito rimedio e Capelcenere tornò nuovamente ad essere un ragazzo dagli splendidi capelli dorati. Lo stregone però lo ammonì. Troppa magia usata per soddisfare un desiderio così superficiale come il colore dei capelli, rischiava di creare un contraccolpo.

Anche la strega Scordarella usufruì degli incantesimi di Baffolungo. La sua precaria memoria aveva creato fin troppi danni, e la fatucchiera si ritrovò con una memoria nuova fiammante, con cui tornò a ricordare persino i primi passi fatti da bambina. Secoli prima.

Tutto finì bene, o almeno quasi tutto.

A Capelcenere rimase un piccolissimo difetto, ogni tanto sgufugliava, ma come dice un vecchio adagio, nessuno è perfetto! No?

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