prefazione
Di origine sconosciuta, la storia viene attribuita a Esopo, anche se alcuni la fanno risalire al Pañcatantra, una raccolta di favole provenienti dall’India. Questa versione vuol essere comunque un omaggio all’autore. Chiunque sia.
Un grosso scorpione dormiva nascosto tra i pezzi di legna accatastati in una legnaia. Lui, creatura notturna, di giorno preferiva dormire. Il cibo se lo procurava quando calava l’oscurità.
D’un tratto qualcosa lo destò. Gli umani proprietari della legnaia, cominciarono a togliere i pezzi di legna dalla catasta. TUNK! TUNK! Era il rumore assordante che faceva la legna, quando per sbaglio qualche pezzo cadeva a terra.
Lo scorpione spaventato fu costretto a lasciare il suo comodo rifugio, e fuggire in fretta prima di essere schiacciato da qualcosa. Infastidito se ne andò cercando un altro riparo, quando casualmente si ritrovò in cortile.
Uno spettacolo abbagliante lo costrinse a socchiudere gli occhi. ” Ohhh!” Esclamò, “Questo dunque sarebbe il sole!” Pensò stupito.
Invece di cercare un altro riparo, incuriosito, decise di andare in esplorazione di quel mondo lucente che non aveva mai visto.
Lui ammirava la luna e adorava le stelle. Le vedeva splendere ogni notte quando usciva dal suo nascondiglio.
Ma il sole, che sorpresa! Splendeva ancora di più!
S’inoltrò nel cortile e s’immerse nell’erba verde e lucente di primavera. Dal suo punto di vista sembravano solo tanti steli, ma quando s’arrampicò sulla staccionata, sgranò gli occhi.
Un mare verde gli si parò davanti, mare in cui erano immerse tante piccole macchie bianche, le margherite. Erano sparse in qua e là esattamente come le piccole stelle del cielo notturno. Stelle che aveva desiderato toccare così tante volte, che lo spinsero a continuare nella sua avventura.
S’immerse nel prato e giocò con i fiorellini immaginando di essere nel cielo stellato. Spostandosi poi da un fiore all’altro, giunse sulla riva di un torrente.
Vide l’acqua scorrere.
Quella cosa trasparente e in movimento rapì la sua attenzione, ma quando tentò di entrarci dentro, l’acqua prese il sopravvento.
“A no no!” Esclamò spaventato. ” Meglio restare qui.”
Stava per tornare sui suoi passi quando vide, al di là di quella cosa fredda e in movimento, altri magnifici fiori. Le primule gialle di primavera, sembravano ancor di più le stelle che ammirava la notte, e il desiderio di toccarle fu immenso. Si riparò allora all’ombra di un sasso, cercando di pensare alla maniera per attraversare il torrente.
D’un tratto sull’altra riva, si palesò una rana, che, con agile scatto saltò dentro il torrente, e restando a galla arrivò sulla riva opposta.
“Incredibile!” Commentò lo scorpione sbalordito.
“Scusami tu, creatura verde.” Iniziò rivolto alla rana. “Scusa, ma come hai fatto ad attraversare?” Chiese incuriosito.
” Entro dentro e resto a galla.” Rispose la rana, “Non so dirti come faccio.” Continuò, “È la mia natura!”
“Potresti rifarlo?” Chiese lo scorpione, “Potresti attraversare portandomi sul tuo dorso?”
“mmmmm..” Mugugnò la rana, squadrando lo scorpione, “Chi mi assicura che non mi pungerai?” Chiese sospettosa fissando l’aculeo del suo interlocutore.
“No, non ti pungerò!” Esclamò lo scorpione, ” Puoi starne certa, perché altrimenti morirei li dentro anch’io!”
La sicurezza dello scorpione rassicurò la rana che lo caricò sul dorso ed entrò nel torrente.
A metà strada, invece, lo scorpione la punse. “Che hai fatto disgraziato?” Urlò terrorizzata la rana. ” Lo sai che adesso morirò!” Spiegò disperata, ” Perché lo hai fatto?” Continuò a chiedere mentre s’indeboliva sempre di più. “Io muoio, ma anche tu morirai affogato.” Concluse con un filo di voce.
“Lo so.” Rispose rassegnato lo scorpione, “Non so dirti perché lo faccio!” Spiegò guardando le primule splendenti sull’altra riva. ” È la mia natura!”
morale:
Gli istinti non mutano. Possiamo fingere, o impegnarsi seriamente nel tentativo di smussare gli angoli della nostra personalità, ma la parte istintiva, la nostra vera natura, non cambierà mai!