liberamente ispirato alla favola di Esopo
Un dì di settembre
una bella volpetta,
in vigna passò
e vide l’uvetta.
“Che gola a vedere
quest’uva bellona,
chissà se assaggiata
sarà anche buona!”
La volpe al filare
il muso allungò
e l’uva gioconda
a mangiare provò.
Ma l’uva golosa
era troppo lontana,
l’idea di assaggiare
si rivelò vana.
La volpe irritata
divenne tignosa,
per prendere l’uva
tentò di ogni cosa.
Non era la fame
a muovere il gesto,
ma un fatto d’orgoglio
sincero ed onesto.
Passava in quel mentre
solo soletto,
su per la vigna
un grazioso micetto.
Vedendo la volpe
saltare con scatto,
chiese il motivo
di tutto quel fatto.
“L’uva era bella
e sembrava anche buona.”
Rispose la volpe
in prima persona.
“Ma il gusto mi è chiaro
dopo l’assaggio,
l’uva è acerba,
e riprendo il mio viaggio.”
Il gatto sornione
rispose pacato,
“Non credo che l’uva
tu abbia assaggiato.
Il frutto si vede
succoso e dorato,
e chiaro mi sembra,
non l’hai arrivato!”
La volpe stizzita s’irrigidì,
e con un sol balzo
nel bosco sparì.
E come c’insegna
Esopo narrando,
c’è una morale
che qui sta arrivando.
Se c’è qualcosa
che non riusciamo a fare,
le colpe sugli altri
è meglio non dare.
Guardiamoci dentro,
si può migliorare,
e questa lezione
dobbiamo imparare!