Lo scarpone volante

Un corvo curioso rovistava tra la spazzatura in cerca di vermi da mangiare. D’un tratto la sua attenzione fu attirata da qualcosa che si muoveva all’interno di un vecchio scarpone rotto e abbandonato. Un vermetto bello e succulento che si dimenava tra i risvolti della tomaia. L’uccello si precipitò verso il goloso pasto, ma dovette faticare parecchio per catturare la preda. Quando cercò di uscire dopo aver mangiato, si rese conto di essersi incastrato tra le pareti scucite dello scarpone. Non riuscendo a indietreggiare, l’uccello cercò di spostarsi in avanti incastrando il becco in una fessura frontale, e per cercare di liberarsi, infilò un’ ala in un altro strappo laterale.

Peggio che mai!

Prova e riprova, il corvo cercò in tutti i modi di liberarsi. Inutilmente.

Decise allora di cercare aiuto, ma per farlo dovette incastrarsi ancora di più all’interno dello scarpone. Riuscì a far uscire le ali dagli strappi laterali, e avvicinare gli occhi alla fenditura frontale cosi da poter vedere dove andare. Dopo vari goffi tentativi riuscì ad alzarsi in volo, e sobbalzando e muovendosi in traiettorie irregolari, cercò aiuto tra gli altri corvi che sonnecchiavano tra le spighe di granturco nel campo di un contadino.

“Cruak, cruak!” gemette lo strano scarpone svolazzante.

I corvi alla sua vista volarono via impauriti.

” Dove andate?” Gridò, ” Sono io!” Ma i corvi erano già lontani.

Provò con gli animali del bosco, ma alla vista di quello strano coso svolazzante, tutti fuggirono terrorizzati.

Il corvo passò tutto il giorno a cercare aiuto, ma inutilmente.

Scese la notte, e stavolta a scappare dalla paura furono tutti i rapaci notturni.

Il giorno dopo il povero corvo si fece coraggio e cercò aiuto tra gli esseri umani che lavoravano i campi di una fattoria lì vicino.

“Oh mio Dio!!” Urlò una contadina nell’aia. ” Aiuto! Correte!” Gridò scappando verso i campi. ” Lo spirito del nonno è tornato! ” Avvertì, ” Ho visto il suo scarpone!!”

I contadini allarmati si radunarono nel cortile della fattoria. Nel frattempo il corvo si appollaiò sopra un asse della staccionata per riposarsi dalla fatica del volo sgangherato.

“Eccolo là!” Indicò un contadino. “Signore santissimo salvaci tu!” Pregò un altro.

Uno scarpone rovesciato con tanto di becco e ali nere guardava tutti con fare minaccioso. O almeno questa era l’impressione che ebbero i contadini attoniti.

” Quello è il nonno che torna dall’inferno!” Esclamò uno di loro.

Va detto a onor del vero, che in quella fattoria purtroppo c’era stata di recente una dipartita e il nonno capostipite, uomo burbero e severo se ne era andato a raggiungere i suoi avi.

” Aiuto aiuto!” Gridarono tutti scappando in qua e là.

In breve la notizia dello scarpone volante indemoniato, si sparse in tutto il piccolo borgo e da lì, s’allargò ben presto a macchia d’olio. I fatti erano chiari e nel riportarli ognuno aggiungeva un particolare scabroso per rendere le notizie più allettanti. Correva voce che lo scarpone stregato vagasse tra i boschi e le contee e che fosse uno spirito indemoniato in cerca di vittime per placare la sua ferocia.

Al suo interno intanto, il povero corvo cercava di sopravvivere. Arresosi all’idea che mai sarebbe uscito da quella prigione, cercò di adattarsi il più possibile allargando e sistemando gli strappi della tomaia, e permettendo al becco di procurarsi il cibo. Dovette tristemente arrendersi al fatto che il gruppo di corvi di cui faceva parte non lo volevano più e difendersi continuamente dagli attacchi degli umani. Ogni volta che lo vedevano svolazzare in giro, lo bersagliavano con tutto quello che potevano. Il povero animale si era visto scagliare addosso acqua santa, crocifissi, spicchi d’aglio, pezzi di legno e anche qualche moneta argentata. Intervenne anche un celebre personaggio di chiesa, che alla vista dello scarpone intonò salmi ed esorcismi di ogni genere.

Lo scarpone volante terrorizzava grandi e piccini.

C’è chi raccontava di averlo visto trasformarsi in demonio nelle notti di luna e chi spergiurava di averlo visto sbranare chiunque si avventurasse nei boschi. Le storie divennero sempre più terribili e cruente. Il borgo da dove tutto era partito venne addirittura abbandonato. Nessuno osava più avventurarsi in quelle terre. Nessuno voleva rischiare d’incontrare lo scarpone volante.

Passarono tanti e tanti anni , finché nessuno più ne seppe nulla e nessuno più lo avvistò realmente. E passarono ancora tanti anni prima che qualche temerario provasse nuovamente a stabilirsi in quelle zone.

E il corvo che fine fece? Il corvo per fortuna sua, dopo qualche giorno riuscì a liberarsi dal fastidioso impiccio e poté continuare a vivere felicemente insieme al suo gruppo. Tutto finì bene tra gli animali.

Tra gli uomini invece, c’è ancora chi racconta di averlo sentito ululare e chi spergiura di aver intravisto uno scarpone indemoniato vagare tra i boschi nelle notti di luna piena.

Morale:

mai fidarsi delle apparenze o di quello che viene raccontato. La verità molto spesso è differente da come viene riportata.

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